
REPLICA - «Le dichiarazioni di Totti? Situazioni come queste me ne sono capitate tante da quando faccio l’allenatore. Quello che ho da dire lo riferirò direttamente al giocatore... », aggiunge con un ghigno che preannuncia un colloquio senza tanti convenevoli. Riflette amaro, prima di salire sull’aereo: «La partita l’avevamo impostata bene. Contro una grande squadra come il Bayern fino a undici minuti dalla fine eravamo riusciti a tenere botta. Se avessimo portato via il pareggio si sarebbe parlato di un’impresa, sarebbe stato un miracolo...».
IL COLLOQUIO - Ranieri legge i giornali sull’aereo. Quando arriva a Fiumicino il suo umore è peggiorato. Lo attende un lungo pomeriggio a Trigoria. La squadra arriva per l’ora di pranzo e dopo un breve riposo si ritrova alle 16,15 a prepararsi per essere pronta a scendere in campo alle 17. In questo breve arco di tempo Ranieri trova il tempo di parlare con Totti. Dieci minuti di colloquio. Toni un po’ severi all’inizio da parte dell’allenatore, sicuramente concilianti prima di arrivare in campo. Il capitano ha spiegato che non voleva fare una critica diretta al tecnico. Se avesse voluto attaccarlo, lo avrebbe fatto personalmente, faccia a faccia, oppure facendo una conferenza stampa. La sua è stata una considerazione a caldo, con i nervi tesi per l’ennesima partita persa. Totti ha ribadito comunque il suo pensiero, secondo il quale la Roma dovrebbe giocare più avanti, che non può affrontare una partita di Champions League con un atteggiamento così passivo. «Possiamo pure perdere, ma giochiamocela» . Questa la sintesi del pensiero del capitano. Ranieri gli ha risposto che non era nei suoi piani mandare in campo una squadra così rinunciataria e che non intende trasmettere un atteggiamento passivo alla squadra. I due si sono scambiati il loro punto di vista, ribadendo alla fine di avere un obiettivo comune: aiutare la Roma a uscire da questa situazione.
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