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sabato 9 ottobre 2010

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FRANCE

Uefa Euro 2012 Qualifying Live!
 France vs. Romania 
La Gauche conquista 21 regioni su 22
La destra del presidente ha il 35,5%
PARIGI
È il ritorno della «Gauche plurielle» e la leader socialista francese Martine Aubry lo ha detto ieri sera: «Questa bella parola, l’Unità». Infatti è stata l’alleanza fra socialisti e verdi (Europa Ecologie, ben al 18%) a dare alla sinistra francese unita un totale del 53,85% dei voti, al secondo turno delle regionali.

Questo è il dato essenziale, più delle 21 regioni su 22 conquistate in Francia metropolitana (la gauche già ne governava 20, ha vinto anche la Corsica mentre l’Alsazia è l’unica roccaforte rimasta al centrodestra). Lo schiaffo è pesante per il presidente francese Nicolas Sarkozy, che vede il suo Ump arenato al 35,53%. E il suo primo ministro Fillon, che questa mattina presto sarà ricevuto all’Eliseo, ha parlato di «risultato deludente».«Il risultato conferma il successo delle liste di sinistra. Noi non siamo riusciti a essere convincenti. È una sconfitta per la maggioranza e io mi assumo parte della responsabilità», ha detto Fillon.

Al di là del governo delle regioni la valenza di questo voto è politica: è l’ultima consultazione prima delle presidenziali del 2012. Sarkozy è stato penalizzato da un fortissimo astensionismo, che al secondo turno è stato del 48,8% (contro il 53,6% della prima tornata elettorale) e dalla presenza al secondo turno in 12 regioni anche dell’estrema destra del Fronte nazionale con cui l’Ump non può allearsi per antica tradizione democratica. Il Fronte ha comunque preso il 9,26% a livello nazionale, con picchi del 22% nel nord.

Si conferma in questo modo un «voto punitivo» nei confronti del governo. Sarkozy paga lo scotto della crisi economica, di un riformismo a tutti i costi percepito a volte come esagerato e di un’eccessiva presenza sulle pagine dei tabloid. «Non ci saranno grandi rimaneggiamenti» nella squadra di governo, ha comunque precisato Claude Gueant, principale collaboratore di Sarkozy all’Eliseo.

«Stasera i francesi hanno respinto una politica ingiusta, fatta di regali fiscali per i più
privilegiati a detrimento della lotta alla disoccupazione e al sostegno al settore pubblico»: lo ha detto il segretario socialista, Martine Aubry, nel primo commento ai risultati del secondo turno delle regionali francesi. «I francesi hanno fatto una scelta a favore della sinistra - ha proseguito - per una politica che li protegga, li difenda nella vita quotidiana. Da domani saremo al lavoro per mantenere i nostri impegni, sul lavoro, per la difesa dei giovani, per le piccole imprese, per gli agricoltori». «I francesi - ha aggiunto la Aubry - hanno detto anche no
alla strumentalizzazione della paura da parte del governo. Hanno parlato e devono essere ascoltati. Stasera la Francia ha chiesto di cambiare profondamente politica».

Grande successo della socialista Segolene Royal. Secondo le prime stime l’ex candidata del Partito socialista alle presidenziali del 2007 ha ottenuto il 61,1% delle preferenze nella corsa alla presidenza della regione Poitou-Charentes, contro il circa 38,9% ottenuto da Dominique Bussereau, capolista dell’Ump nonchè attuale ministro dei Trasporti del presidente Nicolas Sarkozy. «Mi auguro che questa vittoria non sia solo la vittoria di un campo ma di tutto il Paese», ha esultato la Royal, esprimendo tutta la sua soddisfazione per questo «magnifico risultato».

Il presidente francese Nicolas Sarkozy promette di ascoltare il «messaggio» che arriva dalla dura batosta alle elezioni regionali. «Il presidente si aspettava che i risultati fossero deludenti», ha detto all’agenzia France Presse il suo principale collaboratore, il segretario generale dell’Eliseo, Claude Gueant. «Prima di queste regionali aveva detto che un’elezione ha sempre un significato, un messaggio: ora è deciso ad ascoltarlo».

Come lasciato intendere nei giorni scorsi dallo stesso capo di Stato - che ha evocato solo l’ipotesi di un piccolo «aggiustamento» nella squadra di governo - la risposta dell’esecutivo non passerà per un grande rimpasto, contrariamente a quanto sostenuto da numerosi media e commentatori. Gueant ha ribadito che il presidente effettuerà solo un «rimpasto tecnico» del governo di Francois Fillon, che tra l’altro domani mattina non dovrebbe presentare le dimissioni, come trapelato invece in un primo tempo. Il mini-rimpasto dovrebbe riguardare solo alcuni segretari di Stato.
 
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Francia
{{{nome}}} – Bandiera {{{nome}}} - Stemma
(dettagli) (dettagli)
'Liberté, Égalité, Fraternité'
Francia - Localizzazione
Dati amministrativi
Nome completo Repubblica Francese
Nome ufficiale République française
Lingue ufficiali francese
Capitale Parigi  (2.203.817[1] ab. / gennaio 2009)
Politica
Forma di governo Repubblica semipresidenziale
Presidente Nicolas Sarkozy
Primo Ministro François Fillon
Indipendenza 8 agosto 843
dal Sacro Romano Impero
Ingresso nell'ONU 24 ottobre 1945 1
Membro permanente del CdS
Ingresso nell'UE 25 marzo 1957. 2
Superficie
Totale 675.417 km²; solo Francia metropolitana: 543.965 km² (47º)
 % delle acque 0,26 %
Popolazione
Totale 65.447.374 abitanti[2]; solo Francia metropolitana: 62.793.432 ab. (gennaio 2010) (20º)
Densità 115 ab./km²
Geografia
Continente Europa
Fuso orario UTC+1
UTC+2 in ora legale
Economia
Valuta Euro
PIL (PPA) 2.130.383[3] milioni di $  ()
PIL pro capite (PPA) 34.205[3] $  (2008)  (24º)
ISU (2007) 0,961 (alto) ()
Varie
TLD .fr, .eu[4]
Prefisso tel. +33. 3
Sigla autom. F
Inno nazionale La Marsigliese
Festa nazionale 14 luglio
{{{nome}}} - Mappa
1È uno dei 51 Stati che diedero vita all'ONU nel 1945.2Membro fondatore.3La Valle Stretta usa il prefisso telefonico del distretto di Susa, appartenente al compartimento di Torino (0122).
 
La Francia (in francese France), ufficialmente Repubblica Francese (in francese République française), è uno Stato membro dell'Unione Europea. Ubicata in Europa occidentale, confina con Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera, Italia, Monaco, Andorra e Spagna.
Il Paese ha una superficie di 543.965 km² e una popolazione di oltre 61 milioni di abitanti, che salgono rispettivamente a 675.417 km² e 65,4 milioni di abitanti, se si prendono in considerazione anche i dipartimenti e i territori d'oltremare d'America, Asia e Oceania.[5]. Con questi ultimi la Francia è il secondo Stato più vasto (dopo la Russia) e il terzo più popolato d'Europa (dopo la Russia e la Germania). Attraverso il suo Presidente della Repubblica, Coprincipe di Andorra insieme al vescovo catalano di Urgell, la Francia esercita inoltre un potere di fatto sul Principato d'Andorra.
Di tutti i principali Stati Europei, è quello di più antica formazione.[6]. Membro del Consiglio d'Europa è uno dei paesi fondatori dell'Unione europea, della zona euro e dell'area Schengen. È uno dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e fa parte degli otto Paesi più industrializzati del Mondo (G8), dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), della Francofonia e dell'Unione latina. È tornata a far parte, dal 2002, della NATO (da cui era uscita nel 1966) ed è attualmente la la terza potenza nucleare mondiale, dietro Stati Uniti e Russia.
La sua capitale è Parigi, che è anche la città più popolosa ed importante dello Stato e la principale meta turistica in Francia e nel mondo (con 45 milioni di visitanti).
Il francese è la lingua ufficiale della Repubblica, ma si contano 77 lingue regionali.[7] La religione più diffusa in Francia è il cattolicesimo (dal 51% al 64% della popolazione)[8], tuttavia una proporzione significativa dei cattolici è agnostica; il 32% della popolazione è ateo[9].
Paese profondamente romanizzato, fu culla, in età medievale, di due fiorenti civiltà (una nella Francia settentrionale e l'altra, di matrice occitana, in Provenza e Linguadoca). Subì l'influenza del Rinascimento italiano, e, nel XVII secolo (Grand Siècle), sviluppò una forma di classicismo originale che si impose nelle arti e nel pensiero. Massimo centro dell'illuminismo, ha influenzato le rivoluzioni americane, e attraverso la Rivoluzione francese ha dato slancio e esempio di democrazia nel mondo, portando valori di libertà, uguaglianza, e fraternità, e di laicità (dal 1905). Fra il diciottesimo e XIX secolo, la Francia aveva creato un impero coloniale di vastissime proporzioni, che, in parte, ha conservato la lingua e la cultura della madrepatria (Canada, Africa ex-francese e alcune zone del Medio Oriente, dell'Asia e del Pacifico).
La Francia è attualmente la quinta potenza economica mondiale, dietro Stati Uniti d'America, Cina, Giappone, e Germania e la seconda in Europa (subito dopo la Germania). Gli alti livelli di reddito della sua popolazione, una legislazione sociale particolarmente avanzata e un'amministrazione pubblica efficiente ne fanno uno degli stati con la qualità della vita migliore al mondo. Il paese è anche, grazie alle sue numerose bellezze naturali, storiche ed artistiche, la prima meta turistica internazionale (79 milioni di visitatori nel 2006 secondo l'Organizzazione Mondiale del Turismo[10].

Indice

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Storia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce storia della Francia.
La presenza umana sul territorio dell'attuale Francia risale al Paleolitico inferiore. Uno dei siti più antichi (1.800.000 anni fa), contestato da alcuni autori, è il sito di Chilhac (Alta Loira). Il territorio francese presenta un numero significativo di grotte decorate del Paleolitico superiore, di cui la più famosa è probabilmente Lascaux (Dordogna, 15.000 anni fa). A partire da circa 7.000 anni fa, tutta la regione entra nel Neolitico, il più antico villaggio noto fu il sito di Courthézon (Vaucluse), datato 4560 a.C.
Vercingetorige al cospetto di Cesare.
Arrivati in Francia intorno al 900 a.C. i Celti (Galli) ne occuparono gran parte del territorio verso il III secolo a.C. Nel 680 a.C. circa la costa mediterranea vide l'arrivo dei primi coloni greci, con la fondazione di una colonia presso Antibes.
La regione più meridionale della Gallia passò sotto la dominazione romana nel 125 a.C. (Gallia Narbonense), e successivamente il resto del territorio nel 51 a.C., dopo la guerra di Gallia. Sotto l'Impero romano, si sviluppò una civiltà gallo-romana prospera, portando alla Francia una base di cultura latina e, indirettamente, alla successiva cristianizzazione, che si verifica lentamente tra il II e il VI secolo.

La Francia merovingia e carolingia

Dopo la caduta dell'impero romano la Gallia fu occupata da varie popolazioni germaniche: gli Alemanni a nord, i Burgundi nel sud-est (da cui deriva il nome della regione della Borgogna) e soprattutto i Franchi che presero il sopravvento sulle altre popolazioni del Paese e espansero ulteriormente i loro domini.
Gran parte delle regioni che costituiscono l'attuale Francia vennero unite sotto Clodoveo (dinastia merovingia), nel 507. A partire dalla metà del VIII secolo Pipino il Breve, divenne il primo re dei Franchi non merovingio. Il regno si estende considerevolmente, e venne eretto a Impero durante il regno di suo figlio Carlo Magno. Dopo la morte del figlio di Carlo Magno, Ludovico il Pio, l'autorità centrale crollò rapidamente. Con il giuramento di Strasburgo dell'842 e la spartizione di Verdun dell'843 l'impero verrà diviso in tre parti: la Francia orientalis (a est), la Francia occidentalis (a ovest), e fra le due l'effimero regno di Lotario I. La parte orientale corrispondeva a ciò che più tardi sarebbe divenuto il Sacro Romano Impero e la parte occidentale alla Francia. Il giuramento di Strasburgo è stato spesso presentato come l'atto fondatore della Francia (e Germania).

La Francia Capetingia

I discendenti di Carlo Magno - i Carolingi - mantennero una simbolica influenza sui territori che grosso modo corrispondono alla Francia fino al 987, quando Ugo Capeto, iniziatore della dinastia dei Capetingi, duca di Francia e conte di Parigi, venne incoronato re. I suoi discendenti governarono fino al 1792, quando, con la rivoluzione Francese, il Paese si diede una forma di governo repubblicana, deponendo Luigi XVI.
I primi re della dinastia estesero progressivamente il dominio reale, rafforzare il regno franco malgrado l'opposizione dei Plantageneti, che si materializzò con la guerra dei cent'anni. Ma fu solo verso la fine del XII secolo, con Filippo Augusto, che l'autorità dei re franchi riuscì ad estendersi, per la terza volta in un millennio, dai Pirenei al canale della Manica. E fu in questo momento che si iniziò ad utilizzare il termine regno di Francia, che acquisisce un peso paragonabile a quella d'Inghilterra o del Sacro Romano Impero. Gli ultimi secoli del Medioevo, segnato dalla crisi della guerra dei cent'anni e dalla peste nera, in ultima analisi, rafforzarono l'autorità reale, che diventò innegabile nel XV secolo, con Luigi XI.

Rinascita e assolutismo

Ritratto di Luigi XIV, di Hyacinthe Rigaud (1701).
Nel tardo Medioevo i re cattolici di Spagna e possedimenti degli Asburgo si unirono dando vita all'impero di Carlo V. Francesco I e suo figlio Enrico II lottarono contro questo nuovo potere alternando successi a battute d'arresto. Ma sarà solo con Enrico IV e Luigi XIII e il suo ministro Richelieu, che la preponderanza spagnola verrà messa in discussione a vantaggio della Francia.
Sul fronte del dominio coloniale, nonostante le iniziali espansioni portate in America con la spedizione di Jacques Cartier sotto Francesco I, e gli insediamenti nel mar dei Caraibi, Louisiana, e Senegal sotto Luigi XIV, la mancanza di determinazione di Luigi XV farà pendere l'ago della bilancia in favore dell'Inghilterra in India e in Canada. Un altro esponente dell'assolutismo francese fu Luigi XIV, ovvero il "Re Sole".

La Rivoluzione e l'Impero

Le difficoltà finanziarie, il rifiuto alle riforme e l'impazienza del popolo portarono alla rivoluzione francese, dal 1789 al 1799. Questo episodio, pietra miliare nella costruzione della storia nazionale francese, vide sorgere la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789 e la promozione degli ideali di libertà, di uguaglianza e fraternità.
La Rivoluzione si svolse in più fasi, iniziando con una prova di Monarchia costituzionale, con la riunione dell'Assemblea generale, la presa della Bastiglia il 14 luglio 1789, sconvolgimenti politici e sociali, e la caduta della monarchia il 10 agosto 1792.
Nel 1799, Napoleone Bonaparte prese il potere, prima come Primo Console, poi come imperatore (1804). Le sue armate combatterono e vinsero nei grandi teatri di guerra europei, assoggettando ampi territori e interi Stati e fondando nuovi regni, alcuni dei quali governati dai familiari di Napoleone. A seguito della sua sconfitta nel 1815, la monarchia venne restaurata in Francia, per essere successivamente abolita legislativamente e sostituita dalla Seconda Repubblica francese.

XIX secolo

Il 2 dicembre 1851 il Presidente della Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, organizzò un colpo di stato. Il 4 gennaio 1852 venne proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Moriva la Seconda Repubblica francese, e nasceva il Secondo Impero.
Inizialmente il paese visse un'importante fase di industrializzazione, guidato da una politica liberale in campo economico, basata su una forte struttura capitalistica (banche, imprese ferroviarie e marittime, tessili e industrie pesanti, grandi magazzini, ecc,). Napoleone III si assicurò la fiducia nel Regno Unito (Guerra di Crimea), aumentò l'influenza della Francia in Medio Oriente, e le sue azioni in Italia contro l'Austria permisero l'annessione delle regioni piemontesi della Savoia e di Nizza. Ma gravi battute d'arresto offuscarono notevolmente l'immagine del regime e lotta contro la Prussia di fatto ne precipitò la caduta. Nel 1870 dopo la sconfitta di Sedan, e la perdita di Alsazia e Lorena aumentarono il risentimento nazionale. Altro fatto significativo riguardava il fronte demografico, la Francia non era più il paese più popoloso d'Europa, come prima della Rivoluzione francese, ma si vedeva oramai sopravanzato dalla popolazione tedesca.

La Terza Repubblica e la Liberazione del 1945

La guerra franco-prussiana del 1870 portò alla caduta del Secondo Impero e al ritorno della Repubblica. Sotto la Terza Repubblica la Francia estende il proprio impero coloniale, la cui conquista era iniziato sotto la monarchia del XIX secolo (Africa Occidentale Francese, Marocco, Tunisia, Madagascar, Indocina).
Uscita vittoriosa, ma a un notevole prezzo in termini demografici ed economici, dalla prima guerra mondiale, la Francia visse un periodo di crisi economica e politica negli anni trenta.
La Francia dichiarò guerra alla Germania assieme alla Gran Bretagna dopo l'aggressione tedesca alla Polonia il 3 settembre 1939. Tuttavia l'invasione tedesca della Francia settentrionale nel maggio 1940 portarono alla firma dell'armistizio con la Germania (22 giugno) e con l'Italia (25 giugno). La Francia del nord veniva posta sotto l'occupazione militare tedesca, mentre il Sud rimaneva libero sotto la competenza di uno Stato francese di legittima formazione. L'Italia, che nella battaglia di Francia aveva dimostrato la propria impreparazione militare riuscendo ad avanzare solamente fino a Mentone a prezzo di moltissime vite umane, ricevette l'amministrazione di alcuni territori al confine con le Alpi. Il Parlamento affidò i pieni poteri al maresciallo Philippe Pétain, che si pose alla guida della collaborazionista Francia di Vichy. Il nuovo regime di stampo fascista, pur formalmente neutrale, si ritrovò in alcune occasioni a battersi a fianco dei tedeschi e contro gli ex alleati, soprattutto dopo l'attacco britannico alla flotta francese stanziata a Mers el Kebir, che fu distrutta per impedire che cadesse nelle mani tedesche. Ma il generale Charles de Gaulle, fuggito a Londra dopo la disfatta, creò il movimento "France Libre" che s'impegnò al proseguimento della guerra combattendo al fianco degli inglesi con ogni mezzo possibile. Le colonie dell'Africa Equatoriale Francese furono la base di questo movimento di riscossa francese, che portò De Gaulle entro il 1942 a ripristinare il controllo sull'intero impero coloniale africano, grazie all'aiuto americano e alla resistenza fittizia opposta dalla Francia di Vichy, ostile al proprio aguzzino tedesco. Grazie a questa riscossa, la Francia potè comunque partecipare con proprie truppe sia all'invasione dell'Italia, sia allo sbarco in Normandia a fianco degli angloamericani. Parigi fu liberata da un esercito francese dopo che i partigiani avevano messo in fuga i tedeschi e Charles de Gaulle fu accolto come un liberatore. L'offensiva antitedesca continuò poi per tutto il 1945, permettendo alle forze francesi di invadere la Germania e stanziare un esercito di occupazione oltre il Reno.

Quarta e Quinta Repubblica

Alla fine della seconda guerra mondiale la Francia fu inclusa a pieno titolo tra le potenze vincitrici, in virtù del costante sforzo diplomatico e militare antitedesco sostenuto, soprattutto dopo il 1942, sia nelle colonie che in patria dalla resistenza e dalle forze francesi libere. Nella Conferenza di Potsdam furono infatti riconosciuti a Parigi una zona d'occupazione in Germania e un settore di Berlino (ambedue ritagliati dalla zona britannica). La Quarta Repubblica fu promulgata il 27 ottobre 1946, ma dovette affrontare gravi difficoltà nell'impero coloniale, prima in Indocina e poi in Algeria, oltre alla decolonizzazione attraverso negoziati. Nonostante l'instabilità politica il Paese partecipò attivamente alla creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel 1950, e alla firma del Trattato di Roma del 1957 come membro fondatore del mercato comune. Inoltre, la politica di sviluppo del nucleare, sia civile che militare, contribuì ad una politica indipendente negli anni sessanta.
La Costituzione della Quinta Repubblica, venne adottata il 4 ottobre 1958 rendendo la Repubblica più resistente alle instabilità. Dal 1973 l'economia francese ha conosciuto un susseguirsi di crisi economiche e dei periodi di crescita lenta, con frequente alternanza al potere. Dagli anni cinquanta, la riconciliazione e la cooperazione con la Germania hanno consentito alla Francia di svolgere un ruolo di forza trainante nel processo di integrazione europea, in particolare con la Comunità economica europea. È diventata uno dei principali paesi dell'Unione europea, a favore di un'Europa politica forte, anche se ha respinto la Costituzione europea con il 55% dei voti il 29 maggio 2005.

Geografia

Topografia della Francia.
Zona Economica Esclusiva della Francia.
Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Geografia della Francia.
Con i suoi 551.602 km² e i 64 milioni di abitanti (compresi i territori d'oltremare), la Francia è lo Stato più vasto e il terzo più popolato d'Europa (comprendendo i suoi territori d'oltremare). È inoltre il 47º Stato per superficie terrestre e il 2º per superficie della zona economica esclusiva[11].

Confini

Il suo territorio europeo[12] è bagnato dall'oceano Atlantico a ovest, dal Canale della Manica (che la separa dal Regno Unito) e dal Mare del Nord a nord, confina con Belgio, Lussemburgo, Germania, Svizzera e Italia a est e con Mar Mediterraneo, Andorra, Principato di Monaco e Spagna a sud.
Il territorio europeo della Francia si trova nella parte occidentale del continente. La Francia possiede territori sotto diversi statuti amministrative al di fuori dell'Europa: in America settentrionale, Caraibi, America meridionale, oceano Indiano, oceano Pacifico e Antartide. Condivide in Europa 2.970 km di frontiere terrestri con otto paesi: Spagna (650 km), Belgio (620 km), Svizzera (572 km), Italia (515 km), Germania (450 km), Lussemburgo (73 km), Andorra (57 km), Monaco (4,5 km). In Guyana, i confini corrono per 700 km con il Brasile e 520 km con il Suriname. Esiste un confine lungo 10,2 km sull'isola di Saint-Martin nelle Antille tra la parte sovranità francese e quella di sovranità dei Paesi Bassi. Infine, la Terra Adelia (TAAFTerre Australi e Antartiche Francesi) rivendicata dalla Francia, è racchiusa in una parte dell’Antartide rivendicato dall'Australia. Nella parte europea la Francia ha quattro sbocchi su quattro diversi mari: mare del Nord, Canale della Manica, oceano Atlantico e mar Mediterraneo. La lunghezza totale della sua costa raggiunge i 3.427 km (escluse le coste della Corsica, che misurano da sole circa 1.000 km).
Con una superficie europea di 543.965 km² (675.417 km² con i territori d'oltre mare)[13], la Francia si estende per oltre 1.000 km da nord a sud e altrettanti da est a ovest (maggiore distanza nord-sud : Bray-DunesCerbère). La maggior parte del territorio è costituito dalla Regione Gallica;la Francia si estende peraltro anche su regioni geografiche limitrofe;in particolare lo Stato Francese occupa quella porzione della Regione Italica che si estende da Antibo a Mentone e che storicamente coincide pressappoco con l'antica Contea di Nizza,politicamente annessa nel 1860 e,per quanto riguarda Briga e Tenda, nel 1947.È il terzo paese più grande d'Europa, dopo Russia e Ucraina (2º se si contano i territori al di fuori dell'Europa) e il più grande nell'Unione europea. Inoltre, la Francia possiede la seconda più grande Zona Economica Esclusiva (ZEE), che ricopre 11.035.000 di chilometri quadrati, circa l'8% della superficie totale di tutte le zone economiche esclusive del mondo, dietro agli Stati Uniti d'America (11.351.000 km²) e prima dell'Australia (8.232.000 km²).[14]
Ad eccezione della sua frontiera nord-est, in Europa il paese è prevalentemente delimitato da confini naturali, quali il mare, il Reno, Alpi e Pirenei.

Morfologia e idrografia

Campi di lavanda vicino al Mont Ventoux in Provenza.
La Francia metropolitana possiede una grande varietà di paesaggi, che spaziano dalle grandi pianure costiere del nord e dell'ovest, alle catene montuose che caratterizzano il sud-est (Alpi) e il sud-ovest (Pirenei). Le Alpi francesi si elevano fino a toccare il punto più elevato dell'Europa occidentale in comproprietà con l'Italia, il Monte Bianco, che culmina a 4.810 metri sul livello del mare. Ci sono anche altre regioni montane di più antica formazione, come le montagne della Corsica, il Massiccio Centrale, il Giura, i Vosgi, il Massiccio armoricano e le Ardenne che sono una regione molto rocciosa e boscosa. La Francia possiede anche un ampio sistema fluviale che è composto principalmente da fiumi quali la Loira, il Rodano (le cui fonti sono in Svizzera), la Garonna (le cui fonti sono in Spagna), la Senna, parte del Reno, della Mosa, della Mosella, della Somme, della Vilaine, che costituiscono propri bacini fluviali.

Demografia

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Demografia della Francia.
Densità della popolazione (per dipartimento).
Evoluzione demografica (1961-2003 Cifre della FAO). Popolazione in milioni di abitanti.
I dati al 1º gennaio 2010 rivelano che la Repubblica francese possedeva 65.447.374 di abitanti, di cui 62.793.432 milioni residenti nella Francia metropolitana[2] (circa l'1% della popolazione mondiale). Un censimento generale nazionale è stato organizzato a intervalli regolari dal 1801, ma dal gennaio 2004, il censimento è permanente[15].
La crescita della popolazione francese si presentava come una delle più forti dell'Europa, combinando una tasso di natalità superiore alla media europea (830.900 nascite a fronte di 531.200 morti), e un saldo migratorio positivo (circa 100.000 individui l'anno): la popolazione francese era quindi cresciuta dello 0,61% su base annua. Per quanto riguarda il tasso di fecondità, era pari a 2,14 bambini per donna fertile, mentre il tasso medio in Europa era nello stesso periodo di 1,52 figli per donna. La Francia si presenta come il paese più prolifico nel continente assieme all'Irlanda[16].
La piramide delle età all'inizio del XXI secolo presenta una struttura caratterizzata da una quota di popolazione anziana in espansione, dovuto sia l'aumento della speranza di vita (Francia gode di una delle speranza di vita più elevate del mondo[17]) e all'arrivo alla terza età della generazione del baby boom.
Nel 2006 l'Istituto nazionale di statistica e degli studi economici (INSEE) stima che 4,9 milioni di immigrati (stranieri nati al di fuori del territorio), che rappresentano l'8% della popolazione. La percentuale di questi è paragonabile alla media dei paesi dell'Europa occidentale, come Regno Unito (4,8%)[18], Germania (8,9%), Spagna (10%), Paesi Bassi (4,3%), Svezia (5,3%), Belgio (8,6%) e Svizzera (20,7%)[19]. Va inoltre osservato che i bambini nati da genitori immigrati sono considerati francesi. Di conseguenza, il numero di cittadini francesi di origine straniera è nell'ordine di circa 6,7 milioni secondo il censimento dell'INSEE del 1999, che rappresenta circa un decimo della popolazione francese (dati ufficiali).
L'immigrazione in Francia ha inizio nel XIX secolo (380.000 stranieri residenti nel 1851)[20]. La maggior parte degli immigrati provengono dall'Europa (Belgio, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Armenia, ma anche Polonia, Romania e dagli Stati nati dallo scioglimento dell'ex-Jugoslavia), dai paesi del Maghreb e dell'Africa nera, sue ex colonie, della Cina (1.000.000 cinesi in Francia nel 2007[21]), della Turchia (500.000 nel 2007[22]) e dell'ex Indocina francese, soprattutto del Vietnam (250.000 nel 2008[23]). Gli Zingari che vivono in Francia sono più di 500.000[24] ma secondo il rapporto di Dominique Steinberger del 2000 in Francia vivrebbero almeno un milione di zingari[25] (moltissimi sono francesi da varie generazioni). I rom di origini rumene e bulgare presenti in Francia sono circa 15mila[26] (rom irregolari).
Secondo uno studio condotto nel 1999, quasi 14 milioni di persone avevano almeno un genitore o un nonno nato all'estero (23 % della popolazione francese).[27]
Secondo uno studio pubblicato dalla rivista La France africaine[28] (2000), il 13% della popolazione francese è di origine nordafricana e africana (8/9 milioni di persone ; meno di 4 milioni nel 1975).

Città

Dati espressi in milioni di abitanti.
Communauté urbaine↓ Area Metropolitana↓ Città Metropolitana↓ Comune↓
Parigi 11,18 9,86 2,14
Lione 4,42 1,70 0,45
Lilla 1,20 1,11 0,22
Marsiglia 1,52 1,02 0,80
Bordeaux 1,00 0,70 0,22
Tolosa 0,97 0,65 0,40
Nantes 0,71 0,58 0,28
Nizza 0,99 0,51 0,34
Strasburgo 0,72 0,47 0,27
Nancy 0,42 0,27 0,10
Brest 0,30 0,21 0,15
Dunkerque 0,27 0,20 0,07
Le maggiori città francesi.
Le altre principali città della Francia sono:
Aix-en-Provence, Ajaccio, Albi, Amiens, Angers, Angouleme, Arras, Bastia, Belfort, Besançon, Brest, Brive-la-Gaillarde, Caen, Calais, Cannes, Carcassonne, Charleville-Mézières, Cherbourg, Clermont-Ferrand, Colmar, Digione, Dunkerque, Evreux, Grenoble, La Rochelle, Le Havre, Le Mans, Limoges, Metz, Montpellier, Mulhouse, Nîmes, Orléans, Perpignan, Poitiers, Quimper, Reims, Rennes, Roubaix, Rouen, Saint-Étienne, Saint-Nazaire, Tarbes, Tourcoing, Tours e Valence.

Lingue

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce lingue della Francia.
La lingua ufficiale è il francese. Esistono diverse lingue locali (basco, bretone, catalano, corso, olandese (fiammingo), alsaziano, occitano), ma il governo francese e il sistema scolastico ne hanno scoraggiato l'uso fino a poco tempo fa. Le lingue regionali vengono ora insegnate in alcune scuole, anche se il francese rimane l'unica lingua ufficiale in uso dal governo, locale o nazionale.
Con legge costituzionale del 1992 adottata per consentire il Trattato di Maastricht, è stata aggiunta infatti la previsione secondo cui «La lingua della Repubblica è il francese», nel timore che il processo di integrazione europea potesse favorire l'espansione di altre lingue a danno del francese. La tutela delle minoranze linguistiche è quindi sempre stata malvolentieri accettata, se non proprio rifiutata, in quanto lesiva del principio di eguaglianza e di indivisibilità del popolo francese. In applicazione della legge costituzionale, venne approvata nell'agosto del 1994 la legge Toubon, dichiarata poi incostituzionale dalla Corte Costituzionale, in quanto in contrasto con il principio della libera comunicazione del pensiero e delle idee proclamato dalla Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo. Una tendenza al superamento di questa visione accentratrice, la si ha a partire dal 1998, quanto si concede alla Nuova Caledonia di avere maggiori competenze e assemblee provinciali decentralizzate. Minor fortuna ha avuto il tentativo di introdurre all'articolo 2 il comma "La Repubblica riconosce e valorizza le lingue e le culture regionali". Tale modifica, resa necessaria dalla ratifica da parte della Francia della Carta Europea delle lingue regionali, venne osteggiata dallo stesso Presidente Jacques Chirac, il quale nel 1999 disse che non l'avrebbe sostenuta in quanto lesiva dei principi fondamentali della Repubblica. La Carta è stata così ratificata solo in via amministrativa.

Religioni

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Chiesa cattolica francese e Chiesa Riformata di Francia.
A seguito della Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino del 1789, la Francia garantisce la libertà di religione come diritto costituzionale. Una legge del 1905 istituisce la separazione tra Chiesa e stato e proibisce al governo di riconoscere, stipendiare o sussidiare qualsiasi religione. Nella situazione precedente, stabilita nel 1801-1808 dal Concordat, lo stato appoggiava la Chiesa cattolica, la Chiesa luterana, la Chiesa calvinista e la Religione ebraica e forniva l'insegnamento scolastico delle suddette (per ragioni storiche, questa situazione vige ancora nell'Alsazia-Mosella).
Il governo francese non mantiene statistiche sulla religione. Un sondaggio CSA del 2006-2007 individua le appartenenze religiose in Francia come: Cattolici Romani 51%, Protestanti 3%, Ebrei 1%, Musulmani 4%, atei 31%.[29][30]
Ancora in un sondaggio telefonico del 2003[31] sulla base di 1000 persone è emerso che il 41% dichiara che l'esistenza di Dio è "esclusa" o "improbabile". Il 33% dichiara che il termine ateo li descrive abbastanza o molto bene, mentre il 51% si dichiara cristiano. Quando interrogati sulla loro religione, il 62% ha risposto cattolico romano, il 6% musulmano, il 2% protestante, l'1% ebraico, il 2% appartenente ad altre religioni (eccetto per ortodossi o buddisti, che avevano percentuali trascurabili), il 26% di nessuna religione e l'1% si è rifiutato di rispondere. La discrepanza tra il numero di atei (41%) e il numero di «nessuna religione» (26%) può essere attribuito a persone che si sentono culturalmente vicine a una religione, seguono i suoi valori morali e le sue tradizione, ma difficilmente credono in Dio. In Francia esiste una forte distinzione tra religione e vita civile.
La comunità ebraica è la prima per consistenza dell'Europa occidentale (600.000[32]).
La comunità musulmana è la più numerosa d'Europa. Circa 5-6 milioni di musulmani vivono in Francia[33] (7 milioni secondo il demografo francese Jean-Paul Gourévitch[34] ; 8 milioni secondo il Fronte Nazionale[35]). In Francia ci sono 2.125 luoghi di culto islamici (2008)[36] su un totale di oltre 9 mila luoghi di culto islamici in tutta Europa[37].

Ordinamento dello Stato

Organizzazione politica

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi le voci Sistema politico della Francia e Politica francese.
Il logo della Repubblica francese.
La Francia è una Repubblica costituzionale, "indivisibile, laica, democratica e sociale" (articolo I della Costituzione del 1958) a regime parlamentare semi-presidenziale (con forti poteri in mano al Presidente della Repubblica). La riforma costituzionale del 28 marzo 2003 (Atto II del decentramento), ai sensi dello stesso articolo, ha aggiunto che l'organizzazione della Repubblica fosse decentrata.
Prima del 1962 il presidente della Repubblica francese era eletto a suffragio universale indiretto da un collegio elettorale ampliato, al fine di evitare il predominio del potere legislativo sul potere esecutivo che si era prodotto nell'ambito della quarta Repubblica e che aveva causato il blocco istituzionale. Nel novembre 1962, il presidente indisse un referendum per poter essere eletto a suffragio universale diretto, in base all'articolo 11 della Costituzione (e non all'articolo 89). L'articolo 11 consente di sottoporre a referendum leggi in materia di governo, organizzazione delle istituzione e trattati internazionali, mentre l'articolo 89 consente di presentare una revisione costituzionale da parte del popolo, ma dopo l'approvazione del Parlamento riunione in Congresso.
Nella Costituzione della Quinta Repubblica, il potere esecutivo è rafforzato a scapito del potere legislativo. Il Presidente ha acquisito competenze proprie come ad esempio il diritto di sciogliere l'Assemblée nationale (articolo 12 della Costituzione), il diritto di indire un referendum (articolo 11 della Costituzione), il potere di nominare il Primo ministro (articolo 8 della Costituzione), in quanto, a differenza del sistema presidenziale (si pensi agli Stati Uniti d'America), egli non è anche capo dell'esecutivo. Per quanto riguarda il governo, ne determina e ne dirige la politica. Stabilisce anche i 3/4 degli ordini del giorno dell'Assemblée nationale. Il presidente è eletto per cinque anni a suffragio universale diretto (prima era 7 anni).
L'ordinamento politico della quinta Repubblica prevede una Camera dei deputati (Assemblée nationale) di 577 membri, eletti per 5 anni a suffragio universale diretto, e un Senato (Sénat) composto da 331 senatori (che saranno 346 nel 2010 e rinnovati da questa data per la metà ogni tre anni), eletti per 6 anni a suffragio universale indiretto. Il potere legislativo del Senato è limitato; l'Assemblée nationale ha l'ultima parola in caso di disaccordo tra le due camere.
I cittadini francesi all'estero vedono i loro interessi difesi in Parlamento da parte dell'Assemblea dei francesi dell'estero (Assemblée des Français de l'Étranger).

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