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venerdì 17 dicembre 2010

Ranieri: «Milan, che sfida!» Vucinic ko: non convocato

ROMA, 17 dicembre - Vucinic ha alzato bandiera bianca. Il montenegrino salterà anche l'ultima sfida del 2010, quella molto importante per le ambizioni della Roma in questa stagione, a San Siro contro il Milan. Ranieri non può che prenderne atto. «Ha cercato in tutti i modi di esserci , ma il dolore all'adduttore non gli permette di muoversi, era molto dispiaciuto». Si annuncia un terreno molto pesante a San Siro. «Lo stato del campo è una delle componenti tattiche che un allenatore deve prendere in considerazione, ci sono tante cose di cui bisogna tener conto».

ADRIANO - Allora come a Verona contro il Chievo, potrebbe essere favorito Adriano? «Ho parlato oggi con lui, mi ha detto che si sente bene, è un giocatore recuperato, ha fatto una buona ora contro il Chievo poi ha avuto l'influenza, rientrerà nelle mie decisioni di stasera».

PIZARRO - Il caso Pizarro? Ranieri non sa più come dire che non esiste nessun caso: «Le zone del campo a lui congeniali sono quelle o davanti alla difesa o spostato in avanti, non decentrato. Ho parlato con lui perché gli ho detto che c'è questo caso Pizarro, se voleva dirmi qualcosa in proposito: noi scherziamo, mi ha detto, 'mi faccia rientrare graduatamente perché non sto al cento per cento'». Si profila un'altra panchina per il cileno? «Non lo so, potrebbe anche partire titolare e uscire prima».

IBRAHIMOVIC - Il pericolo numero uno è raprresentato da Ibrahimovic. Ranieri sta pensando a qualche accorgimento particolare, tipo una gabbia per lo svedese? «Ci vorrebbe un gabbione per metterlo dentro, hanno un bel sistema di gioco, dovremmo stare sempre molto molto attenti». Allora come si ferma? «Ibrahimovic non gioca molto al centro, gioca molto sugli esterni, starà più a destra e si alternerà con Robinho a sinistra, perciò saranno più importanti gli esterni dei centrali».

ALLEGRI - Il Milan di Allegri è bello, non fortunato. Ranieri riconosce i meriti all'allenatore: «Credo che non è stato fortunato, gli è stata data un'occasione e la sta sfruttando bene, un Milan diverso da quello che siamo abituati a conoscere e vedere».

SHAKHTAR - Sorteggio forunato per la Roma, che agli ottavi incontrerà lo Shaktar. Ranieri frena gli entusiasmi: «Io non ho una favorita, vorrei stare in forma quando affronto queste competizioni perché sono dentro o fuori, lo Shakhtar era una delle pretendenti di tutti gli addetti ai lavori, io non avevo preferite, voglio star bene in quel momento. Lo Shakhtar è una buona squadra, giocano un buon calcio con buone individualità. Sarà una bella partita, vedendo anche i precedenti siamo in parità. Poi loro ne hanno vinte cinque su sei quest'anno».

DONI - Domani toccherà a Doni anche se Julio Sergio è stato convocato e andrà in panchina. «Lui ha dato tantissimo alla Roma, ha contribuito a portare questa squadra ai primissimi posti, ha giocato con un problema al ginocchio, si è sacrificato per tutti e ha pagato questo. Il portiere paga perché se ha delle incertezze è gol. Il portiere è un ruolo diverso, ci vuole tempo per recuperare da certi infortuni, l'altro giocava bene, gli ha preso il posto ed è giusto dare continuità agli altri». Se domani dovesse fare una buona prestazione, potrebbe tornare titolare? «Intanto domani facciamo sì che faccia una gran partita, poi a pensare si fa sempre in tempo, io non chiudo la porta a nessuno».

ULTIMO TRENO - La sfida contro il Milan non è l'ultimo treno per lo scudetto, almeno secondo Ranieri: «Non è un ultimo treno, ma è una gara importante per noi. Dico sempre che ognuno ha quello che si merita, se stiamo a dieci punti meritiamo questa classifica, non siamo riusciti a ripetere il campionato dell'anno scorso ma sappiamo che dobbiamo lavorare e fare di più, sarà uno stimolo in più per migliorarci nel 2011».

BORRIELLO - Sarà una sfida speciale per Borriello che giocherà con una mascherina protettiva sul volto contro la sua ex squadra. «Ormai abbiamo visto che queste fibre non creano grosse problematiche, certo non è una cosa normale, ci ha giocato De Rossi l'anno scorso, quella di Marco mi sembra ancora più fina, è chiaro che col Milan ci tiene a fare bella figura».

GIOCO - Il gioco della Roma non convince? Ranieri non è d'accordo: «Alcune partite disputate l'anno scorso sono state meravigliose sennò non avremmo riempito lo stadio, quest'anno abbiamo fatto ottime partite, contro Inter Juve e Bayern per esempio, quando non giochiamo bene sono il primo a dirlo, sono talmente onesto che lo dico. Come giocheremo col Milan? Con il 4-4-2 o in linea o col rombo». Il problema degli alti e bassi è nelle lavorazioni: «Credo che stiamo lavorando bene, come l'anno scorso, ci sono alti e bassi dovuti anche alle motivazioni dei singoli, quando siamo in tanti, siamo 29, non è facile trovare motivazioni, io metto in campo chi è più motivato, se abbiamo alti e bassi è colpa nostra».

OTTIMISMO - Ranieri però non la vede così negativa: «La qualità del gioco della Roma credo sia così brutta come la volete dipingere voi non avendo a disposizione giocatori sugli esterni, la cosa più logica era adottare un sistema di gioco diverso da quello a cui erano abituati i ragazzi, ma ci vuole tempo. Totti? Ha sempre giocato da finto centravanti non c'era più Perrotta che si inseriva ma Borriello che occupava l'area di rigore». Menez rende meglio spostato sulla destra? «È quello che faccio, quando lo metto sull'esterno destro parte della critica mi dice: ma non è un trequartista? Io dico si? Poi quando mi dite: non è meglio metterlo sulla destra? Io dico sì. E così facciamo».

CALO - Il calo rispetto all'anno scorso può essere fisiologico: «Non è la prima volta che succede a Roma, anche con Spalletti, se voi andate a vedere la storia vedrete che dopo aver fatto un ottimo campionato l'anno dopo è stato di livello più basso. L'anno dopo ancora sono partiti male e Spalletti ha dato le dimissioni. Anche quest'anno potrebbe essere motivazionale. Dopo aver raggiunto un secondo posto, traguardo alto, può essere che inconsciamente ci sia un calo delle motivazioni».

SOLUZIONE - Come si risolve? «O cambiando l'allenatore o continuando a insistere e lavorare come stiamo facendo noi. Io sono caricato sempre al massimo perché voglio il massimo da me stesso e da tutti».

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