ROMA, 6 dicembre - L’altalena di risultati non facilita il duro lavoro di Ranieri nel gestire una rosa folta e altamente competitiva. Troppi i mugugni e i musi lunghi, causati dalle scelte dell’allenatore. Ranieri cerca di accontentare tutti, ma l’effetto non è quello sperato. La decisione di mandare in campo a Verona una formazione rivoluzionata ha sorpreso un po’ tutti. I giocatori sono stati informati a mezzogiorno. Totti non si aspettava di restare fuori e soprattutto non si aspettava di restare in panchina per tutta la partita. Era già accaduto meno di due settimane fa, contro il Bayern, quando entrò solo negli ultimi minuti e fu decisivo.
PIZARRO FREME - Tra i più scontenti in questo periodo c’è David Pizarro. Considerato insostituibile fino a un mese e mezzo fa, un infortunio lo ha messo fuori gioco nel momento migliore della Roma. In questa fase Ranieri ha provato De Rossi davanti alla difesa e i risultati gli hanno dato ragione. Pizarro è rientrato a Palermo, forse ancora a corto di preparazione ed è stata la sua peggior prestazione. Ieri è finito di nuovo in panchina e non gli ha fatto piacere. Il ruolo di leader e di fulcro del gioco che si era conquistato il cileno sembra essere venuto meno. Solitamente Pizarro risente più degli altri l’esclusione della lista dei titolari e in questo periodo il suo morale non è a mille. Anche Borriello è stato colto di sorpresa nell’apprendere di dover andare in panchina a Verona ma non ha lasciato trasparire la sua delusione. Non l’ha presa bene neanche Menez, rimproverato duramente da Ranieri dopo la prestazione di Palermo.
I BRASILIANI - La lunga schiera di scontenti comprende anche i brasiliani. Adriano fino a sabato sera stava pensando di andare via a gennaio e probabilmente lo pensa ancora. Contro l’Inter a settembre si era rifiutato di entrare negli ultimi minuti. Ranieri contro il Chievo ha voluto dargli una chance. Un’iniezione di fiducia per aiutare un giocatore in difficoltà. Oltre ad Adriano c’è Julio Baptista. Per Verona non è stato neppure convocato. Con stupore ha visto la partita da casa, davanti alla tv. Anche lui riprende in considerazione un trasferimento a gennaio. Doni è il caso più singolare. Dalla passata stagione è retrocesso da primo a terzo portiere. Dopo un periodo di rapporti difficili si è rimesso a disposizione dello staff tecnico da professionista. Mexes prepara il divorzio dalla Roma dopo sette anni. Non ha preso in considerazione le offerte per prolungare il contratto e se ne andrà a parametro zero. E’ stato un grave errore della società arrivare a questo punto, ma la scelta esprime il disagio del francese, che alla Roma e a Roma si sente sinceramente legato.
VUCINIC E I GIOVANI - Un discorso a parte merita Vucinic. Il montenegrino è lontano dal giocatore che lo scorso anno ha trascinato la Roma nella rincorsa all’Inter. Oggi non si sente sicuro del posto ed entrare ed uscire di squadra in un certo senso lo logora. Una nuova esclusione a Cluj, che appare probabile, lo fa sentire riserva. Per non parlare dei giovani. Anche Rosi e Okaka, dopo essere stati presi in considerazione all’inizio della stagione, oggi faticano a trovare spazio anche solo in panchina. I giocatori della Roma sono unanimamente convinti di far parte della squadra più forte. E restare lontani dal vertice della classifica non aiuta a ritrovare il sorriso. E’ arduo il compito di Ranieri, che già dall’estate aveva chiesto ai giocatori di non creare problemi per eventuali esclusioni. I malumori restano soffocati, ma non aiutano la Roma a decollare.
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