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lunedì 6 dicembre 2010

Roma: Ranieri lavora tra i mugugni

ROMA, 6 dicembre - L’altalena di risultati non facili­ta il duro lavoro di Ranieri nel gestire una rosa folta e altamente competitiva. Troppi i mugugni e i musi lunghi, causa­ti dalle scelte dell’allenatore. Ranieri cerca di accontentare tutti, ma l’effetto non è quello sperato. La decisione di mandare in campo a Verona una forma­zione rivoluzionata ha sorpreso un po’ tutti. I giocatori sono stati informati a mezzogiorno. Totti non si aspettava di re­stare fuori e soprattutto non si aspettava di restare in panchina per tutta la parti­ta. Era già accaduto meno di due setti­mane fa, contro il Bayern, quando entrò solo negli ul­timi minuti e fu decisivo.

PIZARRO FREME­ - Tra i più scontenti in questo periodo c’è David Pizarro. Consi­derato insostituibile fino a un mese e mezzo fa, un in­fortunio lo ha messo fuori gioco nel momento miglio­re della Roma. In questa fase Ranieri ha provato De Rossi davanti alla difesa e i risultati gli hanno dato ra­gione. Pizarro è rientrato a Palermo, forse ancora a corto di preparazione ed è stata la sua peggior presta­zione. Ieri è finito di nuovo in panchina e non gli ha fatto piacere. Il ruolo di leader e di fulcro del gioco che si era conquista­to il cileno sembra essere venuto meno. Solitamente Pizarro risente più degli al­tri l’esclusione della lista dei titolari e in questo periodo il suo morale non è a mil­le. Anche Borriello è stato colto di sor­presa nell’apprendere di dover andare in panchina a Verona ma non ha lasciato trasparire la sua delusione. Non l’ha pre­sa bene neanche Menez, rimproverato duramente da Ranieri dopo la prestazio­ne di Palermo.

I BRASILIANI - La lunga schiera di sconten­ti comprende anche i brasiliani. Adriano fino a sabato sera stava pensando di an­dare via a gennaio e probabilmente lo pensa ancora. Contro l’Inter a settembre si era rifiutato di entrare negli ultimi mi­nuti. Ranieri contro il Chievo ha voluto dargli una chance. Un’iniezione di fidu­cia per aiutare un giocatore in difficoltà. Oltre ad Adriano c’è Julio Baptista. Per Verona non è stato neppure convocato. Con stupore ha visto la partita da casa, davanti alla tv. Anche lui riprende in considerazione un trasferimento a gen­naio. Doni è il caso più singolare. Dalla passata stagione è retrocesso da primo a terzo portiere. Dopo un periodo di rap­porti difficili si è rimesso a disposizione dello staff tecnico da professionista. Me­xes prepara il divorzio dal­la Roma dopo sette anni. Non ha preso in considera­zione le offerte per prolun­gare il contratto e se ne an­drà a parametro zero. E’ stato un grave errore della società arrivare a questo punto, ma la scelta espri­me il disagio del francese, che alla Roma e a Roma si sente sinceramente legato.

VUCINIC E I GIOVANI - Un di­scorso a parte merita Vuci­nic. Il montenegrino è lon­tano dal giocatore che lo scorso anno ha trascinato la Roma nella rincorsa al­l’Inter. Oggi non si sente sicuro del posto ed entrare ed uscire di squadra in un cer­to senso lo logora. Una nuova esclusione a Cluj, che appare probabile, lo fa senti­re riserva. Per non parlare dei giovani. Anche Rosi e Okaka, dopo essere stati presi in considerazione all’inizio della stagione, oggi faticano a trovare spazio anche solo in panchina. I giocatori della Roma sono unanima­mente convinti di far parte della squadra più forte. E restare lontani dal vertice della classifica non aiuta a ritrovare il sorriso. E’ arduo il compito di Ranieri, che già dall’estate aveva chiesto ai gioca­tori di non creare problemi per eventua­li esclusioni. I malumori restano soffoca­ti, ma non aiutano la Roma a decollare.

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