Claudio Ranieri non si è mai nascosto neppure nei momenti bui d’inizio stagione, tipo i soli due punti conquistati nelle prime quattro partite giocate contro Cesena, Cagliari, Bologna e Brescia, figuratevi se si nasconde adesso. Il tecnico romanista lo ha ribadito nel corso di una bella e prolungata intervista rilasciata a Madiaset Premium, andata in onda ieri sera. Un’intervista in cui ha ripercorso l’anno che stiamo per salutare, una stagione in cui il tecnico è stato quello che ha conquistato più punti di tutti, peccato che talvolta i numeri siano opinabili, visto che questo primato non ha garantito nessun successo.
FUTURO - Ha parlato del recente passato, Ranieri, ma si è proiettato anche verso il futuro che verrà. E ha di nuovo sottolineato come il suo ottimismo non sia stato minimamente incrinato da questa prima, faticosa, parte della stagione:«La mia Roma ha tutto per fare meglio del 2010 che pure, a livello numerico, è stato un anno importante. Come ho sempre detto, noi puntiamo a migliorare, a fare dunque un punto in più degli ottanta conquistati nel passato campionato. Siamo stati protagonisti,purtroppo, di una falsa partenza, la colpa è stata un po’ di tutti, ma dopo siamo riusciti a ritirarci su. A Brescia, nonostante la sconfitta, siamo tornati, rimanendo in partita sino all’ultimo minuto di gioco. La vittoria sull’Inter, la gara successiva, un’Inter che certo non era ancora in crisi, ci ha fatto fare il pieno di autostima. Da lì, a parte un paio di partite, la Roma ha fatto quello che deve e può fare. La vera e propria svolta è arrivata in tre partite, tutte vinte: a Basilea, il derby e quella grande rimonta che siamo riusciti a fare nei confronti del Bayern Monaco all’Olimpico. Il nostro mercato è stato ottimo. La società mi ha messo a disposizione una rosa ancoramiglioredellaprecedente».
PASSATO - Nel corso dell’intervista, Ranieri ha rivissuto anche la straordinaria cavalcata dell’ultimo campionato con la Roma capace di essere in corsa per lo scudetto sino all’ultimo minuto dell’ultima gara di campionato. C’è un dato che può e deve sottolineare il grande lavoro svolto dal tecnico romano e romanista: in campionato si è seduto sulla panchina giallorossa in 53 partite ottenendo 109 punti, una media superiore a due ogni novanta minuti. Sono numeri che avrebbero meritato la soddisfazione almeno di alzare un trofeo (la Roma è stata finalista pure dell’ultima coppa Italia), cosa comunque che non può ridimensionare il 2010 della Roma:«Nel passato campionato abbiamo fatto qualche cosa di molto importante. A gennaio con l’arrivo di Toni non siamo più stati completamente Tottidipendenti e abbiamo avuto un punto di riferimento importante dentro l’area, cosa che prima non avevamo. Abbiamo giocato partita dopo partita, ma la vittoria a Torino sul campo della Juventus è stata quella che ci ha dato la consapevolezza di essere una grande squadra. In ogni caso per me battere la Juventus non è stata una rivincita personale. La rimonta sull’Inter è stata fantastica. Avevamo capito che i nerazzurri stavano perdendo colpi e che potevamo provarci a dargli fastidio. Il successo nello scontro diretto all’Olimpico ci ha permesso di regalare una grande gioia ai nostri tifosi. Poi c’è stata pure la grande vittoria nel derby. Io rispetto ad altri, essendo romano, mi sento avvantaggiato nel preparare e vivere le sfide con la Lazio, i ragazzi sono stati bravi a sfruttare questo vantaggio. Lo scudetto non lo abbiamo perso contro la Sampdoria, ma a Napoli e soprattutto con il Livorno, contro i toscani che sono retrocessi abbiamo perso cinque punti. Ricordo ancora con emozione le partite contro Cagliari e Chievo, le ricordo soprattutto per la festa dei nostri tifosi».
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