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venerdì 24 settembre 2010

LE FOTO: La donna che "osò" sfidare Veltroni

La donna che "osò" sfidare Veltroni

Il documento dell'ex segretario Pd non ottiene l'effetto sperato e la consigliere Cirinnà lo accusa punto per punto in una lettera aperta

Qual è l'errore principale di Veltroni? Di' la tua


cirinna-veltroni.jpgTanto tuonò che...non piovve. Il "documento dei 75" promosso da Veltroni non ottiene l'effetto previsto e alla fine il Pd approva la relazione di Pigi Bersani. Con degli astenuti, sì, ma in numero molto minore. Va tutto bene, madama la marchesa?  Certo che no, anche se Bersani si toglie la soddisfazione di dire che "la bussola c'è".
Veltroni però ha poco da sorridere. Monica Cirinnà, consigliere Pd a Roma, gli scrive una lettera aperta rimproverandogli punto per punto i suoi errori. Ecco qui.
Punto 1: la "società civile" tanto cara a Waterloo.
"Sono stanca di sentir parlare di società civile. Ci sono centinaia di giovani e bravi amministratori locali che non riescono a crescere né nel partito, né nelle istituzioni. Questo accade per due ragioni: la prima è perché tutti i dirigenti, te compreso, sono inamovibili ; la seconda perché c'è sempre qualcuno della 'società civile' che scegliete e piazzate, per poi ricavarne un nulla di fatto come ad esempio Massimo Calearo". A Roma, città della Cirinnà, le si direbbe: "Daje torto".
Punto 2: il "suicidio" politico a Roma.
"Dopo sette anni da sindaco, hai lasciato Roma e i romani alla destra, nel ridicolo tentativo di riconsegnarla a Rutelli, candidatura sbagliata, frutto della solita logica dei ben noti veti incrociati (tu non volevi Zingaretti e l'area Margherita non voleva Gasbarra), volti ad ostacolare ogni possibile rinnovamento". Alemanno ancora ringrazia.
Punto 3: la critica del "ma anche" veltroniano.
"Dopo aver perso le elezioni politiche sei rimasto saldamente al tuo posto, pur avendo detto che avresti chiuso con la politica per dedicarti alla scrittura e all'Africa. E poi, di fronte alla durezza delle grandi responsabilità politiche, ancora una volta hai deciso di sbattere la porta e andartene".
Punto 4: il "buonismo", questo sconosciuto.
"Proprio tu padre del "buonismo" in politica non hai affatto porto l'altra guancia ma hai preso Bersani a calci negli stinchi. Invochi il modello più discussione più unità: peccato che predichi bene e razzoli male perché non sei stato né dialogante né unitario da sindaco e tantomeno da segretario. Rifletti su questo per una volta senza superiorità e tatticismi. Perché la pazienza è finita!".

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